Giornate d’improvviso…

25/27 settembre 2020 – Isola del Giglio?

Ombre di nuvole sul mare increspato, allungano i profili dell’Argentario…

È bello stare davanti al fuoco di un camino mentre fuori vento e pioggia giocano a chi fa la voce più grossa.
È ancora più bello se questo ‘stare’ viene improvviso, inaspettato ché ben altro era quello che avevi in mente di fare.
E lo è ancora di più se gli attori di questa storia sono persone che si conosco appena e che si ‘scoprono’ piano piano l’un l’altra in un susseguirsi di reciprocità di pensieri sull’essere e il fare. Ritrovandosi insieme in una condizione e in un contesto che non avrebbero immaginato.

Capo D’Omo sul crinale…

È la piccola bella storia di questi giorni d’improvviso in cui doveva andare in scena il cammino sull’isola del Giglio, cammino di mare bagni e sole, e invece il meteo ha sconvolto tutto, centrifugato il programma e le aspettative lasciando un foglio bianco su cui scrivere un racconto tutto da inventare, dai mille svolgimenti e infiniti finali.
Sono queste le situazioni in cui ognuno tira fuori un po’ di se stesso e si mette in gioco. Ognuno pesca dentro la propria personale storia e cerca quel che può condividere, proporre, mettere a disposizione per riempire quel foglio di un racconto non scritto non personale ma collettivo e immateriale, come è la vita.

Scorci che accompagnano i passi…

Come sempre le prime righe sono incerte, rilette, cancellate, corrette, riprese.
Infatti i dubbi sul fare, le idee sulle possibilità, il provare a proporre sono frasi messe lì, sospese : l’isola certo… il traghetto, i biglietti… forse la tenda no, vedi il vento?… E poi come cucini all’aperto?.. Beh, ma qui (Argentario) abbiamo una casa, perché non starci?… Già potrei portarvi su quel sentiero… c’è anche quella spiaggia dove gli scogli creano una pozza e si può fare il bagno… facciamo così… proviamo.
Tutti avevamo bisogno di stare in pace (era questa la mappa comune sulla quale inconsapevolmente ci movevamo), di non forzare quel tempo al disagio, di curarsi un po’, di sentirsi bene, di muoversi tranquilli.
Il meteo, scrutato nel cielo del venerdi mattina, ci ha permesso un bel giorno di cammino su crinali vista mare, mulattiere di un tempo, punti panoramici, passi su sentieri di erica in fiore, rosmarino e corbezzolo. La pioggia ci ha trovato al riparo di un vecchio forte e l’ultimo tratto verso casa saporito della birra del porto.

Erica in fiore sui sentieri

Anche il sabato il meteo è stato clemente, la vista del Giglio, nuvoloso e lontano ci faceva compagnia nel cammino fino a sopra il crinale del monte Argentario dove la laguna di Orbetello e le due virgole di terra verde: Giannella e Feniglia riempivano il panorama e gli occhi.
Le due giornate finivano attorno alla tavola di una cucina attenta alle differenze e al fuoco che il camino acceso ci donava.

Tramonto in vista della Corsica

Parole libere, piccole storie personali, pensieri, righe lette ad alta voce a sé stessi e agli altri, un po’ di musica e silenzio che dava il tempo a tutto.
La notte del sabato, sonora di pioggia e vento, ci faceva capire che la mattina non avremmo preso il traghetto per il Giglio.
Pace.
È andata così.

Colori d’autunno dall’Argentario

Il maltempo ci ha cullati in casa dalla colazione al pranzo, tutti quasi in pigiama fino all’ora in cui il ritorno a Roma non era più rimandabile.
Prima di partire un ultimo sguardo all’isola ‘perduta’ senza rimpianti ché la qualità del nostro tempo è stata buona comunque.

L’isola perduta…

All’isola si tornerà il prossimo anno ma sarà piacevole pensare che se anche restasse solo un desiderio sarà bello anche così…